sabato 25 gennaio 2014

FEDE

Oggi ho scelto di postare un brano che personalmente mi è piaciuto molto per la sua bellezza, tratto dal libro che sto leggendo di Henry Corbin - Corpo spirituale e Terra celeste Dall'Iran Mazdeo all'Iran Sciita - edito da Adelphi.

"Alla domanda dell'anima stupefatta, che chiede "ma chi sei?" alla fanciulla che avanza all'ingresso del Ponte Chinvat e la cui bellezza risplende più d'ogni altra bellezza mai intravista nel mondo terrestre, essa risponde: "Sono la tua propria Daena" - ciò che vuol dire: io sono in persona la fede che hai professato e quella che te l'ha ispirata, quella per cui hai garantito e quella che ti ha guidato, poiché io sono in persona l'Immagine proposta a te stessa fin dalla nascita del tuo essere e l'Immagine voluta infine da te stessa ("ero bella, tu mi hai fatta più bella ancora"). E' per questo che Daena è ugualmente Xvarnah, Gloria e Destino personali, e come tale è "la tua Eternità". Non è in potere di un essere umano distruggere la propria Idea celeste; ma è in suo potere tradirla, separarsene, non avere di fronte a sè all'ingresso del Ponte Chinvat che la caricatura abominevole e demoniaca del suo io abbandonato a se stesso senza un mallevadore celeste."


Daena è l'anima visionaria o l'organo visionario dell'anima, la luce che essa proietta e che fa vedere, e allo stesso tempo anche la luce che è vista, la Figura celeste che appare faccia a faccia con l'anima all'aurora della sua eternità. E' l'individualità essenziale, l'Io trascendente "celestiale". Congiungendo nella sua persona questi due aspetti, essa rivela che immancabilmente la realizzazione corrisponde alla fede. Daena guida ed ispira la vita del fedele ed allo stesso tempo ne è giudice: gli rivela in quale misura la sua esistenza terrestre ha soddisfatto la legge più personale del suo essere, enunciata con il suo essere stesso.

Ritengo che la fede sia stata determinante nel mio percorso spirituale. Una fiducia intrinseca  nella presenza nell'uomo di una parte spirituale al di là della semplice materialità. Un'intuizione del cuore a guardare oltre. Ad ascoltarsi. Per imparare ad essere.

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