sabato 31 maggio 2014

RICONOSCERE LE PROPRIE MANCANZE

Estratto da "Calling the Guru from Afar" di Jamgon Kongtrul:

"Anche se i miei errori sono grandi come montagne li nascondo dentro di me.
Anche se gli errori degli altri sono piccoli come semi di mostarda, li denuncio in lungo e in largo.
Anche se non posseggo nessuna buona qualità, faccio mostra di essere virtuoso."



Queste parole offrono più di uno spunto di riflessione. Puntano l'attenzione sulla mancanza di umiltà che spesso ci caratterizza e sull'abitudine ad indossare maschere o rivestire ruoli che soddisfano le nostre più recondite aspettative. Tutto è esperienza per favorire una più profonda comprensione di noi stessi, ma quando l'abitudine cristallizza determinate scelte si corre il rischio di dimenticare di averle operate e di identificarsi con l'immagine adottata. Si perde, naturalmente, il contatto con la propria parte più spontanea e le nostre azioni, si trasformano in re-azioni tese a difendere la maschera e a supportarne le aspettative. A poco a poco, la rigidità che interviene blocca il sentire e la consapevolezza dei nostri stessi limiti, velando il nostro sguardo verso l'interiorità, ma acuendo l'osservazione esterna in quanto strumento operativo di auto-difesa di quello che si è scelto di essere. Ecco il giudizio imperare e sparare a zero su chi ci circonda, resi insensibili dalla prigione che ci siamo meticolosamente costruiti.

1 commento:

  1. Condivido questo pensiero unico e profondo! E' nella natura umana, oggi più che mai obbligatorio, scendere al compromesso quotidiano onde evitare un isolamento sofferente ed acuto.
    Il pericolo è oltretutto più che evidente se pensiamo che il compromesso stesso è sinonimo di perdita d'identità...smarrimento del vero sognificato radicale del messaggio.

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