mercoledì 11 febbraio 2015

GLI OSTACOLI DEL VIAGGIO

Lunedì sera dovevo partire per l'Oman. 
Aeromobile guasto, partenza annullata. 
Mantenere il sorriso con la stanchezza accumulata non è stato semplice.
Prima prova: elemento aria. 
La leggerezza nella gestione delle aspettative. La leggerezza nell'assenza di controllo. 
Ecco lo scontro con la tendenza alla programmazione. 
Crollano gli schemi e per volare devi mantenerti centrato in mezzo alla rabbia e alla frustrazione di una marea di italiani imbufaliti che risuonano con la tua stessa delusione. Il tempo non esiste, se non per renderti consapevole delle tue debolezze, delle tue emozioni non elaborate e offrirti la possibilità di focalizzarti all'interno e guardare alla situazione con distacco.
Lunedì sera a mezzanotte, quando giravamo come zombie impazziti alla ricerca del bagaglio perduto in un aeroporto deserto e per la maggior parte chiuso, ho iniziato a ridere della situazione e a osservare. 
Un gregge senza pastore così abituato ad andare in automatico, che l'imprevisto destabilizza.
L'aria non ammette rigidità. L'elemento aria non può interagire con l'elemento terra se questo oppone resistenza. La roccia deve farsi sabbia per volare, deve lasciarsi modellare e trasportare dall'elemento aria, ma per fare questo deve abbandonare il controllo.
E accettare la lezione di vita, facendone tesoro.
Martedì sono partita per il mio volo senza tempo (e in effetti è stato eterno per ritardi accumulati) fino  ad arrivare in Oman.
Dove l'acqua incontra la terra, ma l'elemento fuoco entra in gioco  per nuovi insegnamenti.





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